Cosa è Ocean Terminal
Ocean Terminal è il titolo del volume di Piergiorgio Welby pubblicato
postumo e curato Francesco Lioce. “È un insieme di prose spezzate che si
riannodano a distanza o si interrompono proprio quando sembrano preannunciare
altri sviluppi: dall’infanzia cattolica alla scoperta della malattia, fino
all’immaginario hippy e alla tossicodipendenza, passando attraverso gli squarci
di una Roma vissuta nelle piazze o nel chiuso di una stanza. In un continuo
susseguirsi di toni lucidi e febbrili, poetici e volgari, Welby riavvolge il
nastro della propria vita, adottando un linguaggio babelico (stream of
consciousness) che colpisce per originalità e potenza”. Da queste bellissime
pagine, di rara intensità, di scavo interiore, sintesi letteraria dell’esistenza
di questo importante intellettuale, pittore e fotografo, nasce l’idea e
l’esigenza di far conoscere, attraverso il palcoscenico, chi fosse. Un
condannato a vita in cui forte è il conflitto tra l’abbandono della
speranza e l’inno alla vita, in un corpo che diviene ogni giorno di più
un abito sgualcito e che, come in Lasciatemi morire,
esprime l’insofferenza di colui che assiste da spettatore a un dibattito di cui
è, invece, involontario protagonista.
Perché il teatro
Come riportato dal direttore artistico del progetto
Giorgio Taffon nella sua recensione al libro di Piergiorgio Welby:
“Ocean Terminal costituisce
anche una grande sfida per i teatranti: un materiale drammaturgico di grande
fascino per una prova d’attore che richiede un approccio libero dai
condizionamenti correnti e meramente commerciali dell’attuale teatro italiano,
un ritorno al teatro politico, al teatro della polis grazie
alla struttura verbale che nella sua vivezza, credibilità, efficacia e tensione
narrativa, dovuta alla profondità lancinante dei temi, costituiscono una base
di partenza decisiva. Anche a livello registico il proliferare libero
d’immagini, i giochi immaginativi, la totale libertà inventiva non possono che
trasmettere all’occhio e alla mente di un regista grandi suggestioni di
creatività scenica. Ritengo che la scelta di Ocean Terminal ai
fini di un’elaborazione teatrale si ponga inevitabilmente sul piano della tanto
invocata quanto poco praticata ricerca di un teatro davvero necessario”.
Anche per questi motivi,
sottolinea Emanuele Vezzoli, la mia esigenza, come attore e regista, è quella
di rendermi il tramite attraverso cui trasferire la ricchezza
del tesoro Piergiorgio Welby agli altri uomini, raccogliendo la
promessa fatta a Mina Welby ed in accordo con quanto egli stesso afferma: “non
esiste un’arte privata, un artista ha l’obbligo morale di incidere sulla
realtà”.
La voce di Welby
potrebbe rivivere incarnata sulla scena per pronunciare le ragioni prime ed
ultime dell’esistenza umana, per invocare l’empatia degli spettatori, per
chiamare la comunità civile alla discussione sugli interrogativi ultimativi e
radicalmente umani, per divenire interpreti ed attori del nostro stesso
destino. Le nostre associazioni, nello statuto costitutivo e nei lavori fin qui
realizzati e prodotti, hanno sempre voluto mettere in evidenza il
valore civile del teatro, fino alla necessità come uomini e artisti di
creare un legame tangibile tra poesia e vita quotidiana. Per questo, in seguito
alla proposta di Francesco Lioce, Luca Morricone, Giorgio Taffon ed Emanuele
Vezzoli, Ticto & Teatri&Culture si sono fatti promotori dello straordinario
ed ambizioso progetto descritto, confidando nella sensibilità degli enti
pubblici e privati.
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